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Progetto Zero Waste

Con il progetto si intende partire dall’esperienza italiana di last minute market, che si propone di diffondere una cultura del consumo critico e contro gli sprechi, attraverso la realizzazione di un sistema-servizio che si fonda sul recupero delle eccedenze alimentari e dei beni invenduti a favore delle categorie sociali maggiormente bisognose, promosso e sostenuto da un rete di istituzioni pubbliche e private, servizi, associazioni di volontariato, imprese profit e no profit.
Negli ultimi anni lo spreco alimentare è andato crescendo, con l’evoluzione della struttura familiare e degli stili di vita.
Il problema dello spreco mal si concilia con il fenomeno della povertà crescente nel nostro paese e nella regione Umbria.
Uno dei fronti sul quale la situazione di disagio viene colta in tutta la sua drammaticità è quello alimentare, in quanto sempre più la richiesta di aiuto arriva oggi anche da chi non ne aveva mai avuto bisogno.
In tal senso è nata l’idea di dare vita ad un sistema umbro di raccolta e distribuzione di beni invenduti che ha incontrato il sostegno istituzionale della Regione Umbria oltre che l’interesse di una rete di associazioni operanti nel territorio della provincia di Perugia e di imprese donatrici.

Dove il progetto intende agire:

  • riduzione del problema alimentare che affrontano le persone indigenti nella Regione Umbria,
  • creazione di una rete locale di solidarietà costituita da istituzioni, enti, associazioni, imprese profit e no profit, donatori (sussidiarietà circolare),
  • valorizzazione delle attività di recupero di beni invenduti o inutilizzati, che le associazioni svolgono nel territorio,
  • creazione di un modello del sistema di gestione per la raccolta e distribuzione,
  • riduzione degli sprechi alimentari e diminuzione della produzione di rifiuti organici,
  • maggiore conoscenza e sensibilità della comunità sul tema del consumo consapevole, del contrasto alla povertà e allo spreco alimentare.

Elementi innovativi:


Il progetto si configura come intervento pilota, volto a sperimentare un sistema di gestione per la raccolta e distribuzione di beni invenduti, con l’obbiettivo di creare un modello trasferibile in altre aree, a vantaggio delle attività commerciali, delle pubbliche amminustrazioni, nonchè delle associazioni e gli enti caritativi che operano sul territorio regionale.
Questa idea, inoltre, darebbe vita ad una rete di solidarietà dinamica e stabile, tra mondo profit e no profit, dove il bene invenduto acquista un valore socio assistenziale.
L’iniziativa assume anche un’interessante valenza educativa nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle problematiche dello spreco alimentare, economico, sociale e sanitario.