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Verso un servizio di consolazione

Su proposta della Caritas diocesana in accordo con il Consiglio pastorale diocesano, si è svolto il giorno 16 giugno presso i locali della sede Caritas di Città di Castello un incontro a cui hanno partecipato diaconi permanenti e ministri istituiti che hanno visitato le famiglie nel periodo pre pasquale per la benedizione delle case.
Hanno partecipato anche i referenti dei centri di ascolto caritas, i referenti della pastorale sanitaria e del centro volontari della sofferenza (cvs).
L’incontro ha cercato di mettere in evidenza e quindi dare una risposta a problematiche riscontrate durante queste visite.
Molte famiglie o persone singole si trovano in situazioni di sofferenza e non si parla di quella economica (che tra l’altro è molto presente), ma di sofferenza che molti nascondono o non fanno emergere, per rispondere alla logica del mondo che ci vuole tutti felici, ma solo in apparenza. Una sofferenza di tipo psicologico, solitudine, depressione, disagio sociale, problematiche emotive, separazioni, lutti, a cui si aggiungono i problemi di salute, tante sono le persone che si avvicinano alla morte e che spesso vivono nella più completa solitudine una fase fondamentale della loro esistenza umana, tutte situazioni che chiedono un supporto umano e una vicinanza affettiva.
Non è sempre facile accorgersi di questo, e proprio perché c’è stata l’opportunità di visitare le famiglie nelle proprie case, ci siamo resi conto di ciò. Tutto questo è stato confermato anche dai referenti del cvs e della pastorale sanitaria che hanno a che fare quasi quotidianamente con questi bisogni.

Crediamo sia un problema enorme al quale occorre dare una risposta, e non vogliamo rimanere inermi.
E’ un prendersi cura, farsi carico, fermarsi accanto a queste persone, andare incontro. La logica del Vangelo è la logica dell’incontro, è imitare Gesù che nella sua vita è uscito da sè verso gli altri, guardandoli con attenzione, con amore.
Basta poco, un saluto, un caffè insieme, un ascolto attivo, un affetto, una vera amicizia. E’ il mettersi in gioco di chi ha incontrato Gesù e lo vuole portare agli altri, che si trovano in situazioni di dolore, prima di tutto attraverso una vicinanza umana e poi nella sua dimensione spirituale.

Durante l’incontro, sono stati dati degli obiettivi che sono:
– avere dei dati più precisi sulle situazioni di sofferenza, viste le proprie esperienza e fare quindi una mappatura dei casi, delle famiglie, dei singoli, già conosciuti prima delle benedizioni e anche quelli che prima non erano conosciuti e magari non avevano il coraggio di manifestare le proprie sofferenze. E’ importante andare a cercare anche coloro che vivono nella sofferenza chiusi nella propria dimensione.
– Realizzare e proseguire in questo servizio, dando una continuità a tutto ciò. Avviare una vera e propria relazione con queste persone che possa non farli sentire soli, ascoltarli e mostrargli la nostra vicinanza e così anche la vicinanza della Chiesa.
– Realizzare anche un momento di formazione che permetta di svolgere questo servizio con efficacia, chiamando operatori qualificati, counselor, consulenti familiari, psicoterapeuti.

E’ un servizio che vuole andare anche verso coloro che non sono così vicini alla fede, che vivono in situazioni difficili e magari sono in ricerca di un senso alla loro vita e possono riscoprire la vera umanità delle persone, e in particolare delle persone cristiane. Sicuramente ci sono molti che già stanno facendo questo servizio ed in primis i sacerdoti, i ministri che portano la comunione agli ammalati, si punta tuttavia ad allargare la cerchia dei collaboratori ed essere referenti ed animatori (soprattutto i diaconi) presso la parrocchia, condividendo mettendo in comunione le esperienze, creando una rete di solidarietà.

Non vuole essere un impegno in più, ma fare meglio quello che si stà facendo e farlo insieme.
 
Giuseppe Floridi, diacono

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